Thursday, December 15, 2011

PdG: rompere (usi e significati)

La parola di oggi è il verbo ROMPERE (part. passato ROTTO).
Quando si vuole utilizzare questo verbo per dire che si è danneggiato qualcosa, non v'è ombra di dubbio sul significato perché è un sinonimo, però questo verbo si utilizza anche in altre situazioni particolari.
Utilizzando la forma negativa NON ROMPERE ha il significato di LASCIAMI IN PACE, LASCIAMI STARE, LASCIAMI TRANQUILLO.
In realtà è una abbreviazione del NON ROMPERMI LE SCATOLE (modo soft) oppure del modo più volgare NON ROMPERMI I COGLIONI o NON ROMPERMI LE PALLE.

Traducción:
No me molestes, déjame en paz

Tuesday, December 13, 2011

PdG (Parola del giorno) nuova sezione sul mio blog

Dopo la pubblicazione del mio libro mi son reso conto che le persone che stanno imparando una lingua straniera attrae molto il linguaggio colloquiale, i modi di dire ed in generale la forma informale di parlare, pertanto da oggi inizierò un nuovo progetto qui sul mio blog, ogni tanto pubblicherò un'espressione, una parola o un verbo con eventuali sinonimi perché gli studenti di italiano possano arricchire il proprio vocabolario. Alla fine (se esiste) ci sarà una traduzione in spagnolo del termine.

Marinare - bigiare - fare sega
Questi verbi indicano che una persona che aveva un impegno (generalmente lavoro o scuola) ha deciso volontariamente non andare in tal luogo.
In Friuli si usa molto l'espressione andare in marina, oppure marinare la scuola; il termine più formale è bigiare e quello un po' più volgare è fare sega

Traducción:
pintearsela del trabajo o de la escuela

Sunday, December 11, 2011

Riflessioni fine semestre

Era da tempo che non scrivevo al mio caro diario... e visto che siamo arrivati quasi alla fine volevo lasciar traccia di questo mio semestre.
E' iniziato con molto caldo e le materie della facoltà di psicologia sembravano molto difficili perché dovevamo fare un sacco di lavori di ricerca di bibliografia, ricordo come se fosse stato ieri che le prime tre settimane sono state molto molto pesanti ma dopo la grande mole di lavoro (quasi quotidiana) è iniziato il periodo dei lavori a lungo termine il che mi ha reso immensamente felice. 
Con una materia ci sono stati dei problemi con una docente, la maggior parte dei miei compagni di corso hanno fatto una sorta di ammutinamento ed io ero contrario perché volevo sperare che, nonostante tutte le lamentele, la prof. in questione lavorasse in modo un po' diverso per potersi guadagnare nuovamente la fiducia degli alunni, però devo dire che mi ha deluso assai... se tornassi indietro appoggerei completamente i miei compagni. Tutto sommato non mi è andata poi così male con questa prof, la cosa che mi irrita è che mi ha tolto parecchi punti di un compito (neanche fosse un esame) per il solo fatto che le ho detto che per tre giorni sarei stato occupato nel foro d'insegnamento di lingue straniere e che le avrei consegnato il tutto il lunedì e non ha voluto... quando per tutto il semestre ha accettato i lavori di altre persone anche con due o tre settimane di ritardo ed io sempre super puntuale, ma vabbeh... una mazzata che mi servirà per il futuro... mi ha praticamente tolto 2 punti sulla media finale. Per il resto sono abbastanza soddisfatto perché oltre alla facoltà, dare lezioni, fare il papà e marito sono riuscito a pubblicare il mio primo libro che inizierò ad utilizzare il prossimo semestre. 
Questo semestre scolastico è stato abbastanza intenso, ho conoscito diverse persone interessanti, la cosa bella di studiare e dare lezioni è il confronto d'opinione su diversi aspetti della vita oltre al confronto culturale che sempre mi sorprende nonostante siano (domani) 6 anni che vivo in Messico.
Che posso aggiungere ancora? Sono contento dei miei studenti, in particolar modo di quelli dei livelli alti, perché li conosco già da almeno un paio d'anni, che dopo molto studio ora possono comunicarsi senza grandi difficoltà in una nuova lingua, per me è un piacere ed un orgoglio vedere questi progressi.
Durante queste vacanze natalizie mi prenderò sicuramente un paio di settimane di assoluto riposo, le dedicherò esclusivamente alla famiglia e fare qualche lavoretto in casa e poi, dopo le varie mangiate natalizie, a Gennaio tornerò a lavorare sui miei progetti, perché il libro che ho pubblicato, mi auguro sia solo il primo di una lunga serie. In Italia i miei progetti sarebbero banali e magari poco interessanti per il fatto che esistono decine di varianti diverse per ogni casa editrice che si dedica alla pubblicazione di testi accademici, ma qui in Messico il materiale non è facile reperirlo e qualora si possa fare, ahimé costa un occhio della testa, pertanto la mia intenzione è quella di continuare a pubblicare materiale per far conoscere la cultura italiana, ho iniziato con i proverbi e modi di dire e prossimamente un libro, sempre di formato tascabile, che faccia conoscere qualcosa sulla storia del mio Paese, parlando dei monumenti o eventi importanti che si svolgono durante l'anno.
Bene questo è quanto, caro diario, prossimamente tornerò a scriverti.

Wednesday, December 07, 2011

Alcuni verbi pronominali

infischiarsene - forma colloquiale per dire "disinteressarsi completamente di qualcosa". Certamente è più diffuso il sinonimo "fregarsene" che tuttavia è sentito come più forte e brutale e che quindi va evitato in situazioni formali. 

andarsene - nel significato corrisponde perfettamente al verbo "andare". Con la forma pronominale abbiamo però una carica di partecipazione emotiva molto più forte. Se quando dico "io vado" sto semplicemente dando un'informazione, dicendo "me ne vado" posso esprimere, a seconda del tono della voce nervosismo (Basta! Me ne vado!!!), soddisfazione (appena finisce la lezione me ne vado a casa, eh eh!), noia o fastidio (questo film mi fa dormire: ciao a tutti, me ne vado) e qualunque altro sentimento io voglia manifestare. 

prendersela - significa provare un sentimento di fastidio per qualcosa che ci ha toccato nella nostra sensibilità. Se sentiamo una frase che consideriamo scorretta nei nostri confronti, ecco, possiamo prendercela e diventare di cattivo umore. Nello stesso tempo possiamo consolare un amico che è offeso o depresso per qualcosa che gli è successo dicendogli: "Su, non prendertela, sono cose che capitano..." 

metterla (con) - Si usa quasi sempre nella formula "come la mettiamo con...?". Per esempio: il dottore mi ha ordinato di stare a letto per una settimana; io invece sono uscito e ora sto male e devo tornare da lui. Qualcuno, più o meno scherzosamente, mi può domandare "E adesso come la metti col dottore?", cioè come ti giustificherai, come troverai un modo per spiegarti e per trovare un compromesso con lui? Allo stesso modo posso minacciare qualcuno (per esempio se lo scopro che sta frugando nel mio cassetto privato) dicendogli: "Ma bravo... e adesso come la mettiamo?", cioè, come troviamo un sistema per giustificare questa cosa? 

volerci - uno dei verbi pronominali più usati. Significa esattamente "essere necessario": per scrivere ci vuole una penna, per fare questo lavoro ci vogliono due settimane, per sopportare quella persona ci vuole tanta pazienza. 

cavarsela - significa superare più o meno bene un problema, una difficoltà, un ostacolo, venir fuori in qualche modo da una situazione. "Ha avuto un brutto incidente ma se la caverà", non morirà; "ho fatto quell'esame e me la sono cavata", l'ho superato; "Non ho mai studiato l'inglese, ma se sto all'estero me la cavo comunque". 

andare (+ pronome indiretto) - Alla domanda "Prendi un caffè?" la risposta più ovvia è "Sì, grazie" o "No, grazie". Ma qualche volta ho sentito stranieri rispondere un brutale "Non voglio" (eh mamma mia, mica era un dovere!), oppure un esagerato "Non lo desidero" (che complicato!); o anche un infantile "Non ho voglia" (che verrebbe da rispondere con un altro verbo pronominale "E chi se ne frega!"). Il problema è che qualche volta gli stranieri dimenticano la possibilità di usare il verbo andare + pronome indiretto: "No grazie, adesso non mi va". Significa, non lo desidero, non ne ho voglia, non è il momento, ma è una frase molto più leggera delle altre e estremamente colloquiale. 
Il verbo andare + pronome indiretto funziona proprio come il verbo piacere + pronome indiretto: mi va di fare due passi, ti va di uscire con me?, ha detto che non gli va di incontrarmi, ecc. 
Attenzione: andare + pronome indiretto non si usa al passato prossimo ma sempre all'imperfetto.

Sunday, December 04, 2011

La presentazione del mio libro





Dopo una lunga attesa, finalmente il mio libro è giunto sugli scaffali della Libreria della Universidad de Sonora. Ho dovuto aspettare un bel po' di tempo però la cosa importante è che finalmente è in vendita.
La presentazione del libro è andata molto bene, ovviamente ero emozionato visto che è stata la mia prima volta... non avevo partecipato mai ad una presentazione di libri accademici. Sono davvero contento di esser riuscito in questa mia "impresa". Molte persone potrebbero pensare che sia una cosa insignificante, un nonnulla, però il fatto di sapere che una tua creazione, dopo molti mesi di lavoro è lì, disponibile al pubblico, che gente che nemmeno conosci la leggerà... beh è un'emozione che è un po' difficile da mettere nero su bianco (o bianco con fondo nero in questo blog).
Il giorno prima della mia presentazione ho dato una sbirciata ad altre due presentazioni, per vedere un po' come andava, eventualmente prendere appunti sulla dinamica ecc. L'affluenza non è stata un granché visto che in entrambe le presentazioni c'erano tra le 15 e le 20 persone, e mi son detto che se i miei colleghi hanno avuto tale audienza io avrei avuto al massimo 10-15 persone. 
Al momento della presentazione del mio libro la sala si è riempita (non era un auditorio) e stimo che ci fossero una cinquantina di persone (probabilmente un po' di più) il che ha fatto accellerare il mio cuore per qualche istante.
Voglio ringraziare i miei colleghi che sono venuti a vedermi tra cui Adriana, Jérôme, Hector, David, Suzie ecc., alcuni compagni della facoltà di psicologia tra cui Jessica, Alessandra e Cinthia, alcuni colleghi ed alunni come Faby e Marita, molti alunni tra cui Kryzthian, Rogelio, Celina, Maribel, Edna ed altri e poi amici come Diana, Tania, mia moglie Oli ed i miei figli Leonardo e Giulia. Grazie mille a tutti.  
Poi volevo ringraziare pure la comare Mariel ed i miei genitori che sarebbero di certo venuti però visto che si trovavano in Europa non hanno potuto partecipare. Per concludere un enorme grazie a Marie Dominique e Tere, senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa, grazie di cuore!








In quest'ultima foto sto facendo le dediche e gli autografi a coloro che hanno comprato il libro durante la presentazione, ovviamente mi accompagna il mio ometto.