Al 18° Congresso Mondiale di Otorinolaringoiatria (IFOS), Riconoscimento al Prof. Clark di Melbourne per i suoi studi sull'impianto cocleare. Più di 3000 casi trattati con successo in Italia
Roma, 27 giugno 2005 - E’ stato il primo ricercatore a mettere a punto l’orecchio bionico grazie al quale migliaia di bambini destinati a diventare sordomuti hanno riacquistato l’udito e la capacità di comprendere ed esprimersi verbalmente. Graeme Clark dell’Università di Melborune in Australia è il vincitore del premio conferito dalla Fondazione A. Charles Holland, ente no-profit internazionale con ultratrentennale esperienza in attività di promozione della ricerca scientifica, di formazione e di aggiornamento in campo audiologico e di diffusione delle problematiche del settore otorinolaringoiatrico. Il premio è stato assegnato a Roma da Anna Maria Holland, Presidente della Fondazione, durante la cerimonia di apertura del 18° congresso mondiale dell’International Federation of Otorhinolaringology Societies (IFOS) che si tiene all’Auditorium Parco della Musica fino al 30 giugno e riunisce più di 4.000 tra i massimi esperti del settore. “Un congresso importante per il nostro Paese – spiega il Prof. Desiderio Passali, direttore della clinica di otorinolaringoiatria dell’Università di Siena – con un programma scientifico formulato in collaborazione con studiosi provenienti da ogni parte del mondo, in modo da offrire ai congressisti le esperienze di coloro che sono veramente considerati i migliori conoscitori degli argomenti trattati.”
La sordità profonda colpisce un individuo su 1.000, cioè all'incirca 57.000 persone in Italia, molte delle quali sono destinate a diventare sordomute se la perdita uditiva si instaura prima che venga acquisito il linguaggio. La sordità ha origine genetica in più del 50% dei casi, nel 25-30% è dovuta a sequele di malattie infettive o ad ototossicità da farmaci, negli altri casi la causa è sconosciuta. L’orecchio bionico, o impianto cocleare, restituisce l’udito ai pazienti con sordità profonda: oggi 25.000 persone in Europa, 75.000 nel mondo, hanno recuperato totalmente o in parte le proprie capacità uditive grazie a questo impianto. A differenza dei normali apparecchi acustici che sono in grado di compensare il deficit uditivo in coloro le cui capacità non sono del tutto compromesse, l’impianto cocleare messo a punto grazie agli studi del Prof. Clark è in grado di bypassare le parti dell’orecchio interno danneggiate irrimediabilmente. L’impianto è costituito da un microfono esterno a cui arrivano i suoni, un processore vocale che li seleziona, un altro processore che li converte in impulsi elettrici e li trasmette ad una serie di elettrodi inseriti nella coclea dell’orecchio interno. L’impianto cocleare stimola pertanto elettricamente le terminazioni nervose ancora intatte che propagano gli impulsi nervosi al cervello. Nella maggior parte dei casi di sordità gravi o profonde, il nervo cocleare è intatto o almeno parzialmente funzionante e può essere riattivato grazie all'installazione, mediante intervento chirurgico, di un impianto cocleare. La qualità dell’udito recuperata non è perfettamente identica a quella normale: serve pertanto un periodo di riabilitazione logopedica nei pazienti impiantati, molti dei quali sono bambini anche molto piccoli, per facilitare l’adattamento al nuovo modo di percepire i suoni, comprendere il linguaggio e comunicare verbalmente.
Il Prof. Clark ha ricevuto finora ben 5 lauree honoris causae in Gran Bretagna e Stati Uniti e, lo scorso anno (2004), il massimo riconoscimento per la ricerca scientifica in Australia.
Rif.: http://www.medinews.it/news,2821
Rif.: http://www.medinews.it/news,2821
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